Racconto Pescata a CAP D'ANTIBES del 10/11/2007 - HOME Video                  

 

Ci troviamo a San Remo e il giorno è il 10/11/2007.

La sveglia suona inesorabile alle 5.45 del mattino. E’ dura svegliarsi all’alba in questo periodo

e il solo pensiero che da qui a breve ci si spoglierà per mettersi la muta all’aperto mi fa domandare

“ Ma chi me l’ha fatto fa…!!!”…

La partenza dalla barca a vela di Andrea dove abbiamo trascorso queste tre ore di sonno

è rapida e decisa e la missione è solo una… espugnare spigole, orate e branzini di Cap D’Antibes…

Dopo 83 Km trascorsi in scioltezza , tranne un piccolo errore sull’ultimo tratto di strada

proprio ad Antibe che ci costa 20 minuti di ritardo, arriviamo alla fatidica meta. 

Il tempo nonostante i pronostici indicassero vento forza 5 e mare molto mosso sul versante ligure,

qui è bello, anzi il mare è veramente uno spettacolo.

Il cielo è sereno, mare piatto nella baia difronte alla spiaggia che sarà il nostro punto di partenza e nella parte più esposta,

 tra gli scogli di natura calcarea, si crea quella risacca perfetta per agguato sottocosta .

Acqua lievemente velata ma comunque buona visibilità.

La vestizione è abbastanza rapida… giacca da 7mm e pantaloni da 5mm rendono

piacevole (solo una volta indossati…) la permanenza in acqua.

Arriviamo alla parte BELLA…

Il primo tratto di costa si presenta con una batimetrica che va dai 3 ai 7-8 mt e fondale di grotto misto

a tratti di sabbia e poseidonia ma nonostante sia ricco di pesce, soprattutto con prevalenza di saraghi,

pescare risulta difficile,  a causa di una forte corrente che da riva ci trascina verso la prima punta

che si incontra dopo aver battuto 200 mt di costa. Il pescato in questo tratto è povero e nonostante

mi sia accanito a cercare di portare a tiro dei denticiotti singoli, avvistati più volte in 6-7 mt di acqua,

le uniche prede sono una mia piccola corvina  e un saraghetto Andrea.

Trascinati da questa terribile corrente, che poco lascia ad eventuali agguati o aspetti,

arriviamo alla prima punta che il nostro amico Alessio ha marcato come un buon punto.

Arrivato per primo vedo subito che le batimetriche cambiano e il fondale si fa subito impegnativo.

La punta rocciosa prima si lascia degradare lentamente con un ampio pianoro sui 7-8 mt

ma poi cade con una bellissima parete nel blu stimando un 25-30 mt. La mia idea è subito

quella di appostarmi sul pianoro senza affacciarmi troppo e con una serie di aspetti in più punti attendere

qualche bel pescione di passo o perché no qualche bel denticione che “dovrebbe” risalire dal blu.

Purtroppo ciò non da nessun risultato e dopo poco incrocio l’arrivo di Andrea anche lui esaltato

 da questo bellissimo fondale.

Andrea decide di alternare  tuffi a diverse profondità viaggiando dai 6-7 mt ai 16-18 mt e in uno

di questi si è visto passare davanti alla punta dell’asta a circa 3,5 mt una bella spigolona. Stimata a circa 2,5 kg

la bestia sfortunatamente ha tirato dritto, verso la sua rotta, nonostante i diversi tentativi messi in atto da

Andrea per cercare di incuriosirla ad avvicinarsi.

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Da ora succede di tutto… mentre io appollaiato su uno sperone roccioso a circa 7-8 mt incrocio il passaggio

di un cefalone che arpiono con un bel tiro a distanza di 3 mt sotto la pancia, Andrea colpito da una

disavventura alla maschera perde il boccaglio…  il mio cefalone colpito in una zona dove facilmente

può strapparsi deve essere doppiato e con grande altruismo viene passato in sagola da un tiro ravvicinato

di Andrea sceso impugnando con una mano la maschera  per tenerla adesa al viso e con l’altra il fucile.

Mi ritrovo dopo un attimo con due fucili in mano e le rispettive sagole attorcigliate una sull’altra…

ma il delirio scoppia poco dopo. 

Prestato il mio boccaglio ad Andrea, per agevolarlo nel recupero del suo rispettivo boccaglio

 sceso a circa 25 mt, il mio più grosso errore è quello di avvicinarmi agli scogli per fare presa con i piedi…

vengo letteralmente catapultato su di essi perdendo fucili con rispettive fotocamere, pinna dx 

e procurandomi miracolosamente solo una piccola abrasione sulla muta.

Il tutto viene poi con calma recuperato e dopo un’oretta ritorniamo in pesca.

Continuo ad intervallare agguati in superficie con aspetti sul fondo a 6-8 mt e dopo poco

la perseveranza viene premiata… durante un aspetto a 7 mt, appostato dietro un massone, scorgo l’arrivo immediato

e deciso di un branco di orate, in cui capeggiano 2-3 esemplari sul mezzo chilo, seguite in coda da 3-4 capi

dal kilo e mezzo ai due kili e dietro fuori tiro 2- 3 esemplari oltre i 2 Kg. Il mio istinto mi porta a concentrare

lo sguardo su un capo intermedio che peserà 1, 6 Kg e con tutta tranquillità scocco un tiro molto ravvicinato,

trafiggendo la bellissima orata.

Dopo qualche aspetto non andato a buon fine nel tentativo di portare a tiro qualche denticiotto di modeste dimensioni

, la mia concentrazione si trasferisce  verso un bel branco di barracuda non grossi, tutti dal mezzo Kg al Kg,

ed impegno tutte le mie capacità di pescatore subacqueo dilettante… ovviemente procuro solo una grande fuga.

La più grande emozione della giornata arriva alla fine quando arrivato in una parte di costa esposta al vento e

al mare aperto,osservo che  la grande risacca nasconde il sottocosta e aggirato uno sperone roccioso intravvedo

nella schiuma un mostro… uno spigolone stimato sui 4-5 Kg di peso!!!  L’animale mi si para davanti quasi sicuro di sè,

poi di colpo sterza la sua rotta, con un movimento fulmineo, guarda caso quando scocco il tiro tremante dall’emozione,

che si infrange sugli scogli…   per un attimo mi è venuto da piangere. Il bestione giratosi per guardare cosa

gli era passato alla velocità della luce a 10 cm di distanza, capisce il rischio passato,

e sparisce definitivamente nella schiuma. Rimane solo una grande amarezza.

Nella risacca intravvedo ancora 3-4 spigole sul kilo e mezzo/ due e riesco solo a colpirne una che alla bilancia sarà 7 Hg.

Emozionato dai pesci visti e in piccola parte presi, ritorniamo a casa con una bellissimo ricordo,

di una battuta degna di essere chiamata tale e non la classica gita nei soliti posti da noi frequentati. (Liguria)

Dove purtroppo l’incontro con lo spigolone o la bella orata sono sempre più rari, anzi forse solo fantasie.

 

 Riccardo Barcucci